Ogni coppia che decide di intraprendere il percorso adottivo sa che si troverà a confrontarsi con le proprie debolezze e le proprie paure oltre che con i propri desideri e sogni. La coppia che adotta sa che accoglierà un bimbo con un suo personalissimo vissuto. Durante il percorso con i servizi territoriali e poi con il giudice del tribunale la coppia si confronta su quelle che possono essere le proprie disponibilità riguardo all’accoglienza di un bambino con situazioni sanitarie di ogni tipo, situazioni di maltrattamenti, abusi etc… la scelta di accettare una situazione piuttosto che non accettarla è frutto di una riflessione profondissima in base a quelle che sono le possibilità e le capacità all’interno della coppia. Il bambino che viene adottato ha il diritto ad avere la migliore famiglia adottiva per lui…non sono i genitori adottivi ad avere diritto di essere genitori di un bambino come vogliono loro! Se una coppia non si sente di crescere un figlio con delle problematiche specifiche è perché non ne ha gli strumenti. Ogni disponibilità ed ogni non disponibilità data non sono un gioco o un “vorrei somigliasse a me, no ma meglio nero, no ma lo voglio bello e biondo!” la riflessione va oltre a questo. La riflessione dev’essere fatta sulle proprie capacità e le proprie possibilità a crescere un figlio che porta con se tutto il suo mondo! La coppia che non accetta una situazione non dev’essere giudicata negativamente così come non dev’essere lodato chi le accetta. L’adozione non è un gesto di carità verso questi bambini, ma è la creazione di una famiglia come le altre semplicemente con una gravidanza elefantiaca fatta di burocrazia e tribunali al posto che ginecologi ed ospedali.
Pensieri di una coppia del nostro Gruppo.